1963 - 1977
I magnifici 17
Tanti erano i donatori di sangue che costituirono l’AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue) a Milano nel Maggio del 1927, capeggiati dall’ematologo Vittorio Formentano, l’associazione è formata da coloro che donano il proprio sangue in modo del tutto volontario, anonimo e gratuito.
E’ così strutturata
AVIS Nazionale, Regionale, Provinciale, Comunale, Sottocomunale o Gruppo, ogni struttura ha una propria autonomia , un proprio Consiglio Direttivo, un Esecutivo, un Collegio Sindacale, e un Collegio dei Probiviri ed esercita i propri doveri istituzionali con le pari strutture, Stato, Regione, Provincia, Comune.
UN PO’ DELLA NOSTRA STORIA
1963 - 1977
Siamo nel 1961 e l’AVIS è già ben diffusa in campo nazionale, l’idea di fondare una locale associazione nasce in una fabbrica di Milano, il Sig. Agostino Rossi, capo zona Avis di Baggio, conosce degli amici Albairatesi.
Il Rossi arriva ad ALBAIRATE e incontra parroco e sindaco con la loro disponibilità il 12 dicembre 1961 la Sezione di Baggio organizza la prima raccolta collettiva presso l’oratorio maschile.
L’esito non lascia dubbi, e le raccolte diventano due, il 4 marzo ed il 30 dicembre 1962, un gruppo di questi donatori sente il bisogno di coinvolgere altre persone, e nel 1963, organizzano un pulman per il centro AVIS Provinciale a Milano dove viene effettuata la visita medica, alla conta erano in 50 giovani e forti.
Questo evento incoraggia ulteriormente, si autoconvoca la costituente e presso l’oratorio si ufficializza la Sezione, con la nomina del primo Consiglio Direttivo, a capo il Presidente Fontana Francesco in carica fino al 1978, in questi anni, con umiltà e tanta buona volontà si poggiano le fondamenta della Sezione, le riunioni si effettuano, in oratorio, al bar o in locali disponibili di volta in volta o in uso con altri gruppi.
Vennero organizzate delle raccolte alla Domenica, dapprima presso le scuole, poi all’oratorio, successivamente i donatori furono indirizzati all’Ospedale di Abbiategrasso, per tutti la donazione rappresentava un impegno prioritario da onorare ad ogni costo, erano altresì un momento di incontro e di festa, i donatori dopo la donazione, volentieri si fermavano a familiarizzare.
L’entusiasmo era altissimo, tutto questo fermento convinse l’allora parroco ad accettare la richiesta di mettere a disposizione un locale nell’oratorio quale sede sociale, dove potersi riunire e mettere a punto le strategie associative.